La freccia
del tempo
Ilya
Prigogine
Testo italiano: Costantino Sigismondi
©IcraNetwork
Introduzione
Spettabili Autorità presenti, Signor Sindaco, cari Colleghi e
Amici: In primis scusatemi se non parlo Italiano.
Ho sempre ammirato lItalia, terra delle due culture.
LItalia ha dato infatti sia scienziati di rilievo che grandi artisti e filosofi.
Sono commosso dalla vostra gentilezza e dallonore che mi avete
tributato. Non penso di meritarlo poiché i problemi di cui mi sono occupato sarebbero
stati risolti nello stesso modo da chiunque avesse seguito lo stesso cammino nella propria
vita professionale. Forse la mia originalità è che provengo prima dalla filosofia e
quindi sono approdato alla scienza e non il viceversa. Molta gente lavora nella scienza e,
in età più avanzata, passa alla filosofia. Il mio caso è diverso. Ero da sempre
interessato di filosofia, archeologia, musica e storia. In tutti questi campi la direzione
del tempo gioca un ruolo essenziale. Ed è la ragione per cui non ho mai potuto credere
che il futuro sia, in qualche modo, fissato. Platone disse che il cambiamento sta alla
base di tutta la filosofia, larte, il teatro.
Il problema del tempo della "freccia del tempo"-
rimane un problema molto controverso.
Il determinismo in natura
Mi piace citare una lettera di Einstein a Tagore. Einstein scrisse: "Se alla luna fosse chiesto perché segua il suo eterno percorso attorno alla terra, essa potrebbe rispondere che lo ha scelto con autocoscienza, e che la decisione è stata presa una volta per tutte." Noi sorridiamo poiché sappiamo che questo percorso è subordinato alle leggi di Newton. Einstein ci chiederebbe di sorridere anche quando noi diciamo di agire per nostra iniziativa. La nostra iniziativa è semplicemente unillusione, perché non cè ragione che il determinismo che si trova in natura- si debba arrestare di fronte al cervello umano. In altre parole luomo sarebbe un automa. Egli crede di essere libero, mentre non lo sarebbe. Sarebbe come in un film. In un certo senso ogni azione, ogni parte della nostra vita, della vita delluniverso, sarebbero già determinate dalle condizioni iniziali presenti al momento del big bang. Quindi il piacere di essere invitato a questa cerimonia e la mia amicizia col Professor Ruffini sarebbero incluse nellinformazione presente al momento del big bang. Tutto ciò è evidentemente strano e non posso accettare questo punto di vista.
Il problema del tempo in fisica e in filosofia, da visioni antitetiche alla
riconciliazione
Come ho già detto il problema del tempo resta controverso. Quando
ero giovane chiedevo ai filosofi "Cosè il tempo?" E tutti i filosofi
rispondevano che il tempo è il soggetto più complesso dellumano ricercare. E
il problema delletica, della responsabilità. Daltro canto quando chiedevo ai
fisici, da giovane chiesi a Pauli, a Bohr, essi sorridevano dicendo "Il problema del
tempo è stato risolto da Newton, con alcune modifiche apportate da Einstein. Non ci sono
motivi per un giovane ad incominciare lo studio del tempo." Ma io sono una persona
molto insistente. Nella mia vita ho avuto poche idee, ma ho continuato a lavorare su
queste per molti anni. In questo senso ho seguito il modello di Einstein che una volta
disse "Ho poche idee, ma quando ne ho una è molto difficile distogliermi da
quella". E così da sessanta anni sto lavorando sul problema del tempo. In questa
persistenza è stupefacente, malgrado le tragedie di questo secolo ed i problemi della mia
vita, che abbia potuto continuare per questo lungo periodo, e che abbia la fortuna di
avere collaboratori eccellenti che mi hanno aiutato a chiarire progressivamente questo
problema.
La dicotomia tra la visione del tempo dei filosofi e quella degli
scienziati ha dato luogo ad un conflitto tra filosofi e fisici. Hegel, Bergson, Whitehead,
Heidegger e Sartre ebbero solo disprezzo della scienza: la scienza sta dando una visione
distorta delluniverso, tanto che non include lidea di una freccia del tempo,
che è invece la dimensione esistenziale di base per gli esseri umani. Questo portò ad
una guerra tra culture, che ancora va avanti. Questo conflitto tra culture è illustrato
da un recente articolo di Sokal, o dal libro polemico di Sokal e Bricmont. Un esempio
portato da essi a discredito dei filosofi è la famosa discussione tra Bergson e Einstein,
che ebbe luogo a Parigi nel 1922. Einstein diede una presentazione della sua teoria della
relatività speciale, e Bergson espresse alcuni dubbi in proposito. E vero che
Bergson non capì Einstein, ma è altrettanto vero che Einstein non capì Bergson. Bergson
era affascinato dal ruolo della creatività , della novità nella storia
delluniverso. Einstein invece non voleva alcuna direzione privilegiata nel tempo.
Egli ripeteva spesso che il tempo, più precisamente la direzione del tempo, è
un"illusione". Così queste ideologie sembrano essere inconciliabili.
Sokal e Bricmont usano questo confronto per concludere che Bergson fu avventato nel
provocare Einstein, e che i filosofi dovrebbero limitarsi a discutere di sapienza,
problemi di etica e non trattare problemi scientifici. Tuttavia io credo che la filosofia
e la scienza sono intimamente connessi: sono entrambe espressioni della cultura umana, e
non si può fare filosofia senza tenere conto della scienza del proprio tempo, oppure fare
scienza senza conoscere quali problemi sono di interesse ai propri contemporanei. Spesso
mi sono accorto di come i filosofi, gli artisti e gli scrittori abbiano anticipato ciò
che accade ora. Per esempio Kandisky o Duchamp affermarono "Il determinismo non può
essere vero" ed André Breton andò oltre dicendo "Noi dovremmo distruggere i
laboratori, poiché questi ci stanno dando una falsa idea delluomo e della sua
esistenza."
Curiosamente, questo conflitto di culture non è solo limitato ai
filosofi, ma è anche presente negli scritti di alcuni scienziati. Per esempio, Steven
Weinberg scrisse: "La scienza non dovrebbe interessare il pubblico, poiché per il
pubblico non è importante se la relatività è giusta o sbagliata, oppure se la meccanica
quantistica è giusta o sbagliata. Dovrebbe interessare il pubblico quando essa permette
di trovare il meccanismo il meccanismo finale- della creazione del mondo e la
formulazione definitiva delle leggi della natura." Questa certamente non è cosa di
domani! Penso anche che questa sia una affermazione paradossale, perché dopo tutto la
scienza ha bisogno della collaborazione della società. Se i risultati della scienza
fossero o meno di interesse per il cittadino come avere il coraggio di chiedere al
cittadino di sovvenzionare la scienza?
In un certo modo vedo il mio lavoro come il lavoro della
riconciliazione. Voglio mostrare che la direzione che ha il tempo può essere inserita al
livello microscopico della dinamica, e quindi la famosa dicotomia tra le due culture, tra
gente come Heidegger e Einstein, perde il suo senso.
Reversibilità ed irreversibilità in natura
Noi osserviamo lirreversibilità ad ogni livello di
osservazione. Ci sono semplici processi irreversibili come i processi fisico-chimici come
la conduzione del calore o la viscosità. Ogni reazione chimica e un processo
irreversibile. Non possiamo concepire la vita senza processi irreversibili. E credo che
non si possa concepire la cosmologia senza processi irreversibili. Ma come introdurre
lirreversibilità nelle leggi fondamentali della fisica è un problema differente.
Le due grandi teorie di questo secolo la meccanica quantistica e la relatività-
negano la che il tempo abbia una direzione. Quindi ci sono due tendenze.
Una tendenza è di affermare che introduciamo la direzione del tempo
attraverso le approssimazioni che introduciamo nelle leggi della fisica, che sono
reversibili rispetto al tempo. Queste approssimazioni sono generalmente associate a studi
di sistemi da un punto di vista più macroscopico rispetto allesame delle singole
particelle in gioco ("coarse-graining").
Unaltra versione della stessa tendenza è di sottolineare la
"decoerenza". La "decoerenza" si originerebbe dallinfluenza del
mondo esterno. Ma che cosa si dice della dinamica del mondo esterno? Penso che entrambe
queste direzioni di pensiero siano alquanto strane. Immaginare che noi introduciamo la
direzione del tempo attraverso le approssimazioni sembra cosa prossima alla megalomania.
Noi ci possiamo considerare figli del tempo, figli dellevoluzione, invece è
difficile immaginare di essere padri dellevoluzione. Saremmo in un certo senso al di
fuori della natura. Ma ciò è molto difficile da credere.
Inoltre lidea che la cosmologia sarebbe allorigine
dellirreversibilità è molto difficile da credere, perché lirreversibilità
appare oggi in certi tipi di sistemi e non in altri. Per esempio il problema dei due corpi
(come la terra e la luna, oppure il sole) può essere risolto ad un elevato grado di
approssimazione mediante leggi che sono reversibili rispetto al tempo. Ma già il problema
dei tre corpi introduce alcuni aspetti di irreversibilità. Se esistesse uninfluenza
cosmologica essa agirebbe su tutti i sistemi allo stesso modo. Il nostro problema è
quindi distinguere sistemi reversibili da quelli irreversibili.
Il punto di vista è che dobbiamo incorporare la direzione del tempo
estendendo la formulazione della meccanica classica e quantistica. Ci sono molti tipi di
sistemi, come ho già detto: sistema di due corpi, sistema di tre corpi; sistemi
termodinamici, in cui il numero di particelle diventa molto grande, così come il volume,
mentre la concentrazione resta finita. Ciò che dovremmo mostrare è che per alcuni tipi
di sistemi troviamo un comportamento reversibile, mentre per altri lirreversibilità
può essere incorporata nelle espressioni fondamentali della meccanica classica e
quantistica. E curioso che questo punto di vista è stato accolto con grande
scetticismo. Un po perché la matematica da sviluppare per incorporare la direzione
del tempo è molto difficile, e non esisteva prima dei recenti sviluppi nellanalisi
spettrale, a cui tornerò tra breve.
Cè però un altro aspetto: il punto di vista deterministico
implica che si possa tenere tutto sotto controllo cambiando solo le condizioni iniziali,
quindi che la scienza produce la certezza.
Al contrario, introducendo lirreversibilità temporale, si
introduce anche e lo spiegherò tra breve- la probabilità. Si arriva alla fine
della certezza, ma la fine della certezza comporta la possibilità della novità,
dellevoluzione.
Lirreversibilità e le leggi fondamentali della fisica
Ora lasciatemi andare più in profondità nellargomento. In
primo luogo spiegherò perché sono così convinto che si debba introdurre
lirreversibilità nei fondamenti della fisica. Il Partirò dalla termodinamica. So
certamente che la termodinamica è una scienza fenomenologica. Come ciascuno sa che la
legge fondamentale della termodinamica è la legge dellaumento dellentropia.
Ora il punto interessante è che i sistemi che sono prossimi allequilibrio e quelli
che ne sono distanti reagiscono in modo sostanzialmente differente alle perturbazioni.
Quando si perturba un sistema prossimo allequilibrio il sistema si riporta
allequilibrio come quando si perturba un pendolo. Il motivo è che ci sono principi
estremali in termodinamica, ad esempio che lentropia sia massima
allequilibrio, e se si perturba lequilibrio si abbassa lentropia, e il
sistema reagisce ritornando al massimo di entropia.
La ragione per cui ho ricevuto il premio Nobel ventidue anni fa è che
ho mostrato che lontano dallequilibrio, la stabilità rispetto alle perturbazioni
è, in generale, perduta.
Lontano dallequilibrio abbiamo punti di biforcazione che hanno
origine dal carattere non lineare delle equazioni dellevoluzione. Quindi si hanno
molte possibilità, molte strade da prendere, e queste strade costituiscono nuove
strutture dello spazio-tempo.
Questo era per me un punto molto importante e rinforzava il mio punto
di vista che la direzione del tempo, associata alla crescita dellentropia, avesse un
ruolo molto importante e costruttivo. Certamente lirreversibilità non può più
essere considerata come un artefatto poiché osserviamo tutte queste nuove strutture dello
spazio-tempo. Non andrò nei dettagli. Queste questioni sono oggi molto ben conosciute e
studiate in molti laboratori. Lontano dallequilibrio si possono vedere reazioni
oscillanti, oppure un tipo di cristallografia del non-equilibrio, associata a ciò che si
chiamano strutture di Turing, e possiamo avere situazioni caotiche in cui le traiettorie
divergono esponenzialmente nel tempo.
Irreversibilità, biforcazioni e la storia
Così esiste un gran numero di nuovi fenomeni che sono associati
allirreversibilità, e ciò accade solo in sistemi lontano dallequilibrio.
Ora, ci sono due aspetti che vorrei sottolineare.
Il primo, già citato, che a causa dellesistenza di queste
strutture non si può dire che esse abbiano origine dalle nostre approssimazioni.
Il secondo punto è che a causa dellapparire di queste strutture
il ruolo della probabilità diventa evidente.
Di fronte ad una biforcazione si hanno diverse possibilità, diverse
strade da seguire.
Il sistema "sceglie" una strada; se si ripete
lesperimento il sistema può seglierne unaltra. La scelta della strada è
associata alla probabilità. In altre parole il futuro non è fissato.
Una volta ottenuti questi risultati, volli vedere se ciò non gettasse
nuova luce su altri campi della conoscenza.
Per esempio in biologia il mio studente, che ora è molto noto,
Jean-Louis Deneubourg, ha compiuto ottimi esperimenti che mi hanno molto impressionato.
Pensate ad un formicaio, una sorgente di cibo e due ponti. Si può vedere che dopo un
certo tempo tutte le formiche sono su un ponte. Ripetendo lesperimento queste
potranno essere sullaltro ponte. Il meccanismo è di nuovo un meccanismo
autocatalitico poiché ogni formica incoraggia le altre ad essere sullo stesso ponte.
Questo è un esempio molto semplice di biforcazione in biologia.
Anche la storia umana è piena di biforcazioni. Quando passammo dal
Paleolitico al Neolitico perché gli uomini cominciarono a sfruttare le risorse della
agricoltura e della metallurgia, possiamo considerare ciò come una biforcazione; sebbene
fosse una biforcazione con parecchie strade, poiché il neolitico cinese è diverso da
quello del medio oriente o latino americano. Certamente esistono elementi in comune, ed un
visitatore egiziano troverebbe le città degli Atzechi molto simile alle proprie, con
templi, palazzi, piazze e così via.
Infatti si può dire che non appena si scopre una nuova risorsa,
materiale come il carbone o immateriale come lelettricità, il mondo viene
riorganizzato e noi abbiamo una biforcazione. Attualmente il mondo sta cambiando per la
tecnologia informatica. Questa tecnologia è cresciuta ad una velocità inaspettata.
Ciò mi permette di fare alcune considerazioni. Quando si confronta la
situazione degli uomini ora con linizio del secolo, ci sono degli elementi positivi
nonostante che sia stato un secolo terribile. Ancora: oggi cè molta più gente che
legge, ascolta musica e così via, e questi sono aspetti positivi. Abbiamo perso la nostra
attitudine Eurocentrica, così come la distinzione tra classi sociali è molto minore
rispetto allinizio del secolo. Di certo non conosciamo gli aspetti positivi della
società dellinformatica. Di nuovo il mio amico Deneubourg mi ha riferito che
esistono 12000 specie di formiche ed alcune vivono in piccoli formicai di poche centinaia
di unità, mentre altre sono membri di formicai enormi con milioni di unità. E
interessante, ora, vedere la differenza di comportamento. Nei formicai piccoli ogni
formica si comporta in modo indipendente dalle altre, in quelli più grandi esistono moti
collettivi, lintelligenza sta nella collettività. E ciò che è curioso, ed in un
certo senso spaventoso, è che nei grandi formicai molte delle specie sono cieche.
Ho riscontrato un simile comportamento nel flusso del traffico. Quando
il flusso del traffico è diluito ciascuno segue la propria inclinazione, si segue un
programma che è lo stesso se si fosse stati soli sullautostrada. Comunque quando si
raggiunge una concentrazione critica si presenta una biforcazione e si va in una nuova
"strada" che consiste nellessere spinti lun altro, che è ciò che
chiamo moto collettivo. Ora, quale sarà il risultato della società
dellinformatica? Darà luogo ad una forma di vita collettiva o renderà la vita del
cittadino medio più ricca, variata e qualitativamente migliore?
La scienza come storia della natura
Torniamo al problema del tempo. Come detto, a tutti i livelli noi
osserviamo una storia: una storia cosmologica, biologica, geologica. Sembra che si possano
comprendere solo strutture che si presentano sotto prospettive storiche, e queste
prospettive storiche corrispondono ad una successione di biforcazioni. Così la scienza
oggi sottolinea lelemento della narrazione, diventa una storia della natura: direi
come una favola, o una storia delle "Mille e una Notte", in cui Scheherazade
racconta una storia, si interrompe e ne racconta una più bella, e così via, e nella
scienza abbiamo la cosmologia che dà luogo alla storia della materia, quindi alla vita e
alluomo.
Questa visione costituisce un grande cambiamento rispetto alla
descrizione tradizionale che la scienza ci ha dato della natura. Lideale della
scienza classica era più geometrico così come ha avuto la sua massima realizzazione
nella teoria della relatività generale di Einstein. Ora la scienza diventa una narrazione
ed il mondo appare sempre più come una costruzione; una costruzione che sta procedendo
dal big bang ed ancora continua.
Non entrerò in considerazioni cosmologiche, ma ritengo che il punto
chiave del big bang sia lesplosione dellentropia. Infatti quale che sia la
nostra descrizione della situazione prima del big bang questa si può ricondurre a
qualcosa di simile ad un sistema quantistico allo stato fondamentale in cui
lentropia va a zero, ed esistono solo particelle virtuali. Qualunque sia il
meccanismo del big bang, questo dà luogo a materia "reale" che può esistere
per tempi più lunghi, a stati eccitati ed alla creazione di entropia. Per questo ritengo
che il big bang possa essere associato ad una esplosione di entropia. Certamente molti
aspetti del big bang sono ancora oscuri.
Lirreversibilità nellesempio del Caos deterministico
Veniamo ora al punto centrale della mia lezione, cioè come
incorporare il fatto che il tempo abbia una direzione nella dinamica. Le basi matematiche
e fisiche del nostro approccio furono chiarificate definitivamente soltanto cinque anni
fa, in primis nel contesto delle mappe caotiche deterministiche. Vorrei menzionare che il
mio collega Dean Driebe ha pubblicato recentemente un bel libro, Fully Chaotic Maps and
Broken Time Symmetry, (Kulwer Academic Publishers, 1999) dedicato a questo argomento,
dove si possono trovare tutti gli aspetti matematici, così potrò essere breve.
Lesempio più semplice è la cosiddetta mappa di Renyi. Si moltiplica per due un
numero compreso tra zero e uno eliminando dopo ogni operazione ciò che sopravanza
lunità. Si può mostrare che due condizioni iniziali molto vicine, quanto si vuole,
danno luogo a traiettorie evolutive molto differenti. Ora la mappa di Renyi può essere
scritta in forma di "Equazioni di Newton": x[n+1]=2x[n](mod1). Ma il punto
interessante è che per ogni sistema caotico deterministico esiste unaltra
rappresentazione mediante "ensembles statistici" in cui la quantità cruciale è
la probabilità.
Loperatore evoluzione degli "ensembles" può essere
analizzato in termini di probabilità, e non in termini di traiettorie. Come è possibile
ciò? In un famoso articolo Koopman ha mostrato che finché si resta nello spazio di
Hilbert costituito da "comode" funzioni di quadrato integrabile, la descrizione
probabilistica e la descrizione in termini di traiettorie o funzioni donda della
meccanica quantistica, sono equivalenti. Ma ciò è vero solo nellambito dello
spazio di Hilbert.
Questo spazio può essere considerato come una specie di spazio
vettoriale generalizzato, dove esiste una norma ed un prodotto scalare. Ma come può
accadere di ottenere in questo spazio un risultato nuovo in cui la probabilità non può
essere ricondotta a delle traiettorie e in aggiunta si verificano rotture di simmetria
temporale? Ciò avviene poiché loperatore di evoluzione può essere analizzato,
come si fa in meccanica quantistica, in autofunzioni ed autovalori, ma le autofunzioni
sono ora funzioni generalizzate (chiamate anche distribuzioni). Lestensione
delloperatore di evoluzione al di fuori dello spazio di Hilbert dà luogo a
differenti formulazioni delle leggi della fisica, che includono la rottura di simmetria
temporale ed in cui la quantità fondamentale è la probabilità. Certamente il Caos
deterministico è soltanto un semplice esempio; queste conclusioni si estendono ad altre
situazioni, e specialmente ai sistemi termodinamici.
Lirreversibilità e i sistemi termodinamici
I sistemi termodinamici, come già detto, sono sistemi grandi in cui
il numero di particelle tende allinfinito, il volume tende allinfinito e il
rapporto tra il numero di particelle ed il volume (la concentrazione) rimane finito. Ora
è ben noto che già nella termodinamica dellequilibrio esistono nuovi fenomeni come
le transizioni di fase. Prendendo un sistema ad esempio di 100 particelle, non si potrebbe
individuare un punto di congelamento o di fusione ben preciso. Lesistenza di queste
singolarità è dovuta al limite termodinamico (in cui il numero di particelle N® ¥ , il volume V®
¥ , mentre lenergia media proporzionale ad N/V resta finita) e ciò che noi
abbiamo mostrato è che lirreversibilità è di nuovo dovuta ai processi di
passaggio al limite implicati dai sistemi termodinamici.
Di certo si può mostrare che partendo da uno spazio di Hilbert, le
interazioni che pur esistono e operano in un sistema termodinamico, spingono quel sistema
al di fuori dello spazio di Hilbert. La matematica è molto semplice ed è presentata in
un articolo fatto assieme a Tomio Petrosky (Extension of classical dynamics: The case
of anharmonic lattices, I. Prigogine and T. Petrosky, in Gravity Particles and
Space-Time, eds. P. Pronin and
& G. Sardanashvily, World Scientific, Singapore, 1996). Loperatore di
evoluzione L (loperatore di Liouville-Von Neumann) per le particelle ha autovalori
reali allinterno dello spazio di Hilbert, mentre in generale presenta autostati
complessi (che si associano al tempo di rilassamento del sistema, o anche al tempo di
decadimento di un suo stato
) al di fuori dello spazio di Hilbert. Questa è, in modo
semplificato, lorigine dellirreversibilità.
La matematica del tempo
Cè una matematica del tempo. La situazione è in un certo senso simile a quella della gravitazione che ha bisogno delle geometrie non euclidee per essere espressa in forma matematica. Al di fuori dello spazio di Hilbert si ottiene una distribuzione di probabilità che non può più essere espressa in termini di traiettorie, e in questo processo di passaggio al limite (termodinamico) si ha la rottura di simmetria temporale. Si ottengono due semigruppi, uno ha a che fare con levoluzione dal passato verso il futuro e laltro con quella del futuro verso il passato. Naturalmente si deve fare la scelta di uno dei due semigruppi. In un certo senso questa situazione è simile al problema della materia e dellantimateria. Esiste una simmetria tra la materia e lantimateria, ma il nostro universo è fatto principalmente di materia, mentre lantimateria esiste solo temporaneamente durante gli esperimenti di fisica delle alte energie, almeno per quanto ci è noto a tuttoggi. E qui noi vediamo ancora che luniverso è meno simmetrico di quanto si poteva immaginare. Il punto di vista classico era che la direzione del tempo non esisterebbe, che il futuro ed il passato giocherebbero un ruolo simmetrico. Ora vediamo che ciò non è vero, che nei sistemi grandi la simmetria temporale è rotta. Ciò significa che le equazioni di Newton o di Schroedinger non sono valide nel limite termodinamico. Questo non vuol dire che la meccanica classica o la meccanica quantistica sono sbagliate, ciò implica soltanto che la loro formulazione deve essere modificata per questa classe di sistemi dinamici.
Estensione della meccanica classica e quantistica,
esempio nella teoria dei campi e nella fisica delle particelle elementari
Lestensione della meccanica classica o quantistica ai sistemi
termodinamici si applica anche alla teoria dei campi. In teoria dei campi il sistema è
descritto da un numero infinito di variabili. Un campo libero è un sistema integrabile;
è ancora un sistema dove il tempo è simmetrico, ma la situazione cambia radicalmente con
i campi interagenti. Prendendo campi liberi come quello di Klein-Gordon o lequazione
di Dirac, noi avremmo numeri di occupazione che sarebbero costanti. Ma ciò non viene
osservato.
Infatti ad esempio un atomo in uno stato eccitato torna allo stato
fondamentale, ed esiste inoltre un gran numero di risonanze nella fisica delle particelle
elementari. Questi aspetti illustrano il ruolo dei processi irreversibili al livello più
fondamentale che al momento conosciamo (escludendo la teoria delle stringhe che resta un
argomento ancora controverso). Di nuovo è lanalisi spettrale dei campi interagenti
al di fuori dello spazio di Hilbert a dar luogo ai semigruppi con autovalori complessi che
sono i responsabili dellapparizione di particelle instabili con vita media limitata.
La conclusione che per i campi interagenti fosse necessario uscire dallo spazio di Hilbert
fu affermata da Dirac al termine della sua vita. Egli voleva abbandonare lequazione
di Schroedinger nel momento in cui lo spazio di Hilbert viene abbandonato a causa
dellevoluzione temporale.
Queste affermazioni sono importanti anche per capire gli stati
"vestiti" introdotti in spettroscopia. Questo è un problema che resta irrisolto
in meccanica quantistica, come messo in luce da Dirac ed Heitler (si veda Quantum
Electrodynamics). Gli stati vestiti possono essere definiti in modo semplice, per esempio
per un atomo di idrogeno il "vestito" è costituito da fotoni virtuali. Ma per
definire stati vestiti eccitati o particelle vestite instabili è necessaria una chiara
distinzione tra fotoni reali e fotoni virtuali, che è mancante nello spazio di Hilbert.
Si noti che nello spazio di Hilbert uno stato che subisce un
decadimento contiene sia una parte esponenziale, ma, al principio, anche una parte non
esponenziale, associata al cosiddetto tempo di Zeno, mentre dopo tempi lunghi possiede le
cosiddette "lunghe code". Così questo non può essere uno stato instabile,
poiché il decadimento degli stati instabili dovrebbe avere un comportamento universale
(quello puramente esponenziale).
Se esistessero deviazioni dalla legge esponenziale sarebbe possibile
distinguere le particelle elementari giovani, oppure gli stati eccitati di recente da
quelli vecchi. Ma ciò violerebbe la condizione di indiscernibilità della meccanica
quantistica; porterebbe alla catastrofe.
Non ci sono stati instabili che presentino un decadimento puramente
esponenziale nello spazio di Hilbert. Bisogna andare fuori dallo spazio di Hilbert e nello
spazio delle matrici di densità è possibile definire degli stati che hanno decadimenti
puramente esponenziali ed una distribuzione in energia che soddisfa al principio di
indeterminazione (più precisamente il tempo di Zeno è associato alla formazione dello
stato instabile, mentre la "coda lunga" è associata con linterazione
dello stato con i prodotti di decadimento).
Stati eccitati o particelle instabili sono, nel nostro punto di vista,
delle matrici di densità ben definite con la simmetria temporale rotta.
Così arriviamo alla conclusione che la fisica delle popolazioni non è
la stessa della fisica delle traiettorie individuali o delle singole funzioni donda.
Questa è una situazione ben nota in sociologia: che il comportamento di una popolazione
non può essere ricondotto al comportamento dei singoli individui. Lo stesso appare essere
vero per classi molto importanti di sistemi quali i sistemi termodinamici o i campi
interagenti. Questo di certo è un risultato interessante per la cosmologia, poiché in
cosmologia si ha a che fare con grandi sistemi. Quindi la cosmologia ed il caos hanno
qualcosa in comune: sono entrambi descrivibili mediante lanalisi funzionale fuori
dello spazio di Hilbert, che è stata sviluppata da eminenti matematici quali Schwartz e
Gelfand.
Molti hanno suggerito che la descrizione di base della natura dovrebbe
contenere elementi probabilistici. Questo è ciò che vediamo ora. Ma gli elementi
stocastici non sono stati introdotti "a mano" nella teoria, essi discendono dal
nostro approccio. Posso aggiungere che la teoria può essere estesa alle situazioni
relativistiche (Relativistic Gamow vectors, I. Antoniou, M. Gadella, I. Prigogine
and G. P. Pronko, J. of Mathematical Physics, 39, 1998). In questo articolo studiamo la
teoria relativistica di due campi interagenti. Certamente la relatività generale è più
complicata, ma essa è altrettanto piena di processi irreversibili, come ad esempio quelli
collegati allemissione e allassorbimento di gravitoni. Quindi anche nella
relatività generale il nostro approccio dovrebbe giocare un ruolo, ma questo è un
problema rimandato al futuro.
Conclusioni
Veniamo ora alle conclusioni. Qual è il concetto di natura a cui
noi stiamo giungendo? Il modello Newtoniano di realtà era quello di un automa. Noi
abbiamo ancora gran difficoltà a credere di essere degli automi. Il concetto di natura
nella meccanica quantistica corrisponde in un certo senso alla visione opposta, di una
"realtà" da associare alla transizione da "potenze" ad
"atti" in seguito ai nostri processi di misurazione. Ciò significa che
losservatore dovrebbe essere egli stesso responsabile della realtà, cosa, questa,
altrettanto difficile da immaginare. Quindi noi giocheremmo un ruolo centrale nella
creazione della realtà. Nella nostra teoria la misura ha perso ogni aspetto soggettivo.
Per i sistemi termodinamici non cè né funzione donda né collasso della
stessa. Analogamente riguardo alla cosmologia nel nostro approccio non possiamo parlare di
funzione donda delluniverso poiché questo è, di nuovo, un sistema grande, e
quindi si può parlare solo di matrici di densità e di probabilità. Quindi abbiamo una
versione differente del concetto di natura che contiene le probabilità e quindi le
possibilità di novità, e le novità sono le condizioni per poter parlare di una storia
della natura.
Credo che il XXI secolo sarà probabilmente il secolo
dellesplorazione del meccanismo del "divenire". E già stato detto
più volte che persino immaginando che la cosmologia, o anche lorigine della vita,
sono associate ad una successione di biforcazioni, noi conosciamo molto poco del
meccanismo delle biforcazioni.
Possiamo tranquillamente assumere che qualunque cosa nel nostro
universo si sta evolvendo nella stessa direzione del tempo: le rocce si evolvono nella
stessa direzione, le stelle, le galassie, gli ammassi e i superammassi di galassie, ogni
cosa si evolve nella stessa direzione. Noi invecchiamo tutti insieme.
Possiamo soltanto concludere che il nostro universo sembra essere il
risultato di un semigruppo con simmetria temporale rotta. Questo è un campo aperto in cui
la direzione del tempo gioca un ruolo centrale.
Bene, sono giunto al termine della lezione. Voglio ringraziarvi per lonore che mi avete tributato e per lamicizia che ho percepito durante il mio soggiorno.