La
scoperta della propagazione di onde sonore (modi -p-) all’ interno degli astri
ed il successivo studio si è rivelato essere un importante strumento per la
comprensione della struttura interna stellare e la messa a punto di un modello
teorico .
Questo
campo di ricerca ,detto astrosismologia, si basa sul fatto che l’ampiezza e la
frequenza di ciascun oscillazione sono strettamente legate alle condizioni
fisiche degli strati interni (costituenti la cavità risonante) che l’ onda ha
attraversato. Sinora esistono due
tecniche di osservazione : quella fotometrica e quella spettroscopica .
Nonostante
quest’ultima sia in pieno sviluppo il nostro interesse è volto a rendere efficace la prima tecnica; infatti
le misure effettuate dal suolo hanno diverse limitazioni (tra cui il rumore dei
fotometri e l’ infinitesima ampiezza delle oscillazioni (qualche parte per
milione)).
Il nostro obiettivo è determinare e quantificare l’ effetto doppler del segnale elettromagnetico che la stella
ci invia causato dal periodico moto di contrazione ed espansione che l’ astro
subisce (stella variabile, parametri interni).
L’ origine di tale moto (che costituisce una sorta
di ciclo termodinamico, mediante il quale l’ energia meccanica si dissipa in
calore, en. e-m , onde gravitazionali , …) risiede nel trasporto dell’ energia
all’ interno della stella, in particolare nel guscio sottostante la sua
superficie, comportando un conseguente:
·
Aumento della temperatura interna Te durante
la contrazione
e quindi della frequenza n
del segnale emesso ( BLU-SHIFT )
·
Diminuzione di Te e di n
durante l’ espansione ( RED-SHIFT )
Assumendo che l’astro sia in equilibrio termodinamico,cosicché la
radiazione elettromagnetica emessa sia termica (subisce un gran numero di
interazioni con la materia costituente la stella prima di disperdersi nello
spazio) riteniamo che lo spettro del segnale abbia forma planchiana (emissione
di corpo nero) e ci si aspetta di osservare una sua variazione nel tempo in
fase con le variazioni di frequenza di cui sopra; così, se un’ opportuno
divisore di fascio separa tali componenti della luce dell’ astro, le sue
variazioni sono osservabili dal conteggio dei fotoni; così, misurando le variazioni
di intensità della planchiana si risale ai moti della stella.
Ci siamo ricondotti a selezionare stelle variabili giganti e sub-giganti
di classe F-G (colore giallo – giallo chiaro), presenti nell’ emisfero boreale,
per avere un segnale di ampiezza sufficiente ad esser successivamente
elaborato; inoltre un siffatto astro può esser approssimativamente descritto
dal modello teorico applicato al sole.
Schema a blocchi del lavoro
Telescopio
Divisore di fascio
polarizzatore
Fotocatodi
e
fotomoltiplicatori
Interfaccia/computer
Marco Iacobelli
Roberto
Guida